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Intelligenza artificiale: linee guida del Consiglio d’Europa

Con l’avanzare del progresso tecnologico e a sua volta dell’intelligenza artificiale (AI) si è dovuto ricorrere ad un regolamento che delinei alcune linee guida sul piano etico riguardo l’uso. Per tanto dall’Unione Europea sono stati dettati sette principi fondamentali che stabiliscono i limiti dell’agire dell’AI mettendo al centro la persona.

Questo regolamento ha come scopo quello di garantire un uso dell’intelligenza tecnologica in maniera etica e di incentivare nei suoi confronti un rapporto di fiducia. Le linee guida sono state introdotte grazie al contributo della commissaria dell’Unione Europea Maryia Gabriel a Bruxelles, mettendo la persona come figura centrale di tutto il processo tecnologico e normativo. Il documento è stato steso da più di cinquanta figure competenti in quest’ambito appartenenti a vari ambiti, dall’industria all’università, fino a componenti della società civile.

Esaminiamo i sette punti cardine riguardo i quali lo sviluppo e l’impiego dell’intelligenza artificiale deve attenersi:
1) Azione e sorveglianza da parte del fruitore: le nuove tecnologie sono state progettate con l’obiettivo di favorire l’incremento di una società equa, garantendo e tutelando i diritti fondamentali, senza limitare l’indipendenza dei soggetti;
2) Sicurezza e solidità: è indispensabile che gli algoritmi con cui viene creata l’intelligenza artificiale siano sicuri ed attendibili così da poter supportare eventuali errori durante tuti i punti della progettazione ed esecuzione;
3) Governance dei dati e privacy: i dati personali dovrebbero essere sotto il controllo dei diretti interessati e tali informazioni non possono essere usati a fini discriminatori o denigratori;
4) Trasparenza: si dovrebbe assicurare la tracciabilità dei vari sistemi di intelligenza artificiale
5) Diversità, equità ed evitare ogni forma di discriminazione: le nuove tecnologie devono essere accessibili per tanto hanno il compito di considerare l’insieme delle capacità, competenze e bisogni delle persone;
6) Miglioramento ambientale e sociale: l’intelligenza artificiale dovrebbe essere impiegata per incoraggiare i miglioramenti sul piano sociale ed ecologico, favorendo la sostenibilità;
7) Responsabilità: identificabile anche con il concetto di accountability, dovrebbe essere assicurata la responsabilità e l’accountability dei metodi di intelligenza artificiale.

Lo scorso giugno è partita un’iniziativa pilota che vede la partecipazione di molteplici figure, come imprese e pubbliche amministrazioni fuori dall’Unione Europea. Il tutto secondo il patrocinio dell’Alleanza Europea per l’intelligenza artificiale e con il coordinamento del gruppo di addetti ad alto livello. Così facendo si va a costituire un accordo internazionale al fine di eseguire i vari punti di tutela visti su scala mondiale.
Nel frattempo, l’Unione Europea sta facendo in modo che le imprese e gli addetti alla ricerca progettino e sviluppino l’intelligenza artificiale con etica e trasparenza. Da questo punto di vista l’Europa è arretrata rispetto a Cina e Stati Uniti, dal momento che il “vecchio continente” non ha piattaforme digitali che si estendono in tutto il mondo.

Di conseguenza la sfida per mettersi al pari con le altre potenze mondiali comporterà un importante investimento di oltre 20 miliardi di euro da impiegare nel settore della ricerca entro il 2020.
Oltre a consistenti somme di denaro, l’Unione Europea investe nella fiducia da parte dei cittadini, la quale dovrebbe rinforzarsi in seguito a queste linee guida.

La logica che si sta seguendo è simile a quella scelta per il GDPR: instaurare dei punti fissi al fine di migliorare ed estendere i diritti dei cittadini/consumatore aumentando le responsabilità delle imprese.

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